“Juliet” di e con Stefano Marzuoli, regia André Casaca, produzione Teatro C’Art Comico Education. Al teatro Basilica di Roma

Juliet

Un silenzio che parla d’amore

Un clown solo in scena con una rosa in mano, una valigia, una camicia e un paio di calzoni un po’ troppo corti tenuti dagli straccali. Il naso posticcio rosso indica che si tratta di un Augusto, goffo, ridicolo, anarchico e pasticcione. Non ha nessun testo da dire ma un’idea in testa da mostrare: fare una sua Giulietta, intitolata Juliet, con tecniche di clownerie e di mimo. La sua performance (al teatro Basilica di Roma) dura quasi un’ora, non una prova da poco quando la comunicazione è non verbale.
Al secolo il clown si chiama Stefano Marzuoli e fa parte della compagnia C’Art di Castelfiorentino che da vent’anni lavora nell’ambito di una ricerca e di una formazione incentrate sulla fisicità dell’attore e la comicità. La fine d’una stagione teatrale è sempre un’occasione per vedere artisti e spettacoli che difficilmente vengono proposti nei cartelloni dei teatri. Se da questo assolo di Marzuoli diretto dal regista André Casaca, proposto nel contesto del festival di teatro off Inventaria, si divesse trarre un’indicazione su quanto si muove nel contesto della scena alternativa, si potrebbe sostenere che non c’è nulla di nuovo. La qual cosa non è un male, anzi, molto meglio buone vecchie cose che il nuovo già marcito.
Anche perché interrompere le ricerche, secondo la nota esortazione di Vittorio Gassman, permette all’artista di concentrarsi su altro, sulle possibilità espressive e poetiche di un clown, una volta acclarato che la tecnica è dall’artista padroneggiata, come in questo caso. A Marzuoli basta una rete da pesca in testa per fare una bionda Giulietta, poi arma tutta un’avventura navale con la valigia a mo’ di barca, un libro a far da timone, magari un’edizione della tragedia shakespeariana, e  parte in navigazione nei venti e nei marosi dell’amore. In silenzio, ché in una società in cui si parla troppo e si dice poco c’è sempre bisogno di qualcuno che non parli affatto e dica qualcosa.

Marcantonio Lucidi,
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