“Tutto per Lola” di Roberta Skerl, regia di Silvio Giordani. Con, tra le altre, Paola Quattrini e Mirella Mazzeranghi. Al teatro Manzoni di Roma.

Tutto per Lola

Prostitute da salotto

Quattro ex prostitute in pensione che abitano nella stessa casa: da questa situazione di partenza potrebbe succedere qualsiasi cosa, si rende disponibile un mondo intero di storie, di sviluppi, di dialoghi esilaranti, folli, maliziosi. Basta un po’ di fantasia, un briciolo di giocosità e un minimo di tecnica compositiva della commedia. Invece con Tutto per Lola l’autrice Roberta Skerl si ferma all’idea, al soggetto come dicono gli sceneggiatori, e su questa monta il dialogo. Allora la conversazione in salotto fra le signore gira e rigira su una situazione che non si muove e diventa chiacchiera verbosa su quisquilie. Non sembrano prostitute in disarmo ma ex cassiere di un supermercato di Voghera.
Siccome bisogna che a un certo momento succeda qualcosa, anche a forza, viene fuori una magra trama gialla che riguarda l’omicidio di un prosseneta. La vicenda è talmente fragile che non approda a niente però fa intervenire un personaggio maschile, il poliziotto che indaga. Un’altra minuscola vicenda parallela informa che le signore non hanno più soldi e dovranno vendere la casa per andare a stabilirsi in un paesello.
I francesi con questo genere di commedie vanno a nozze, padroneggiano i meccanismi e le fabbricano in serie. In fondo basterebbe copiarli, si tratta di roba congegnata per far passare il tempo d’una serata. Ragion per cui simili giocarelli teatrali vanno costruiti in modo impeccabile perché dentro vi sia almeno del mestieraccio.
Le quattro interpreti sono Paola Quattrini, Mirella Mazzeranghi, Maria Cristina Gionta e Cinzia Alitto dirette da Silvio Giordani. La serata sta tutta sulle spalle delle attrici, le quali fanno la cosa più giusta con un testo siffatto: ognuna monta il proprio personaggio con un taglio da caratterista; l’accortezza sta nel mantenere l’impostazione fino alla fine, operazione di routine per delle professioniste dell’arte. Se proprio si dovesse andare a guardare le differenze, si noterebbe che Paola Quattrini e Mirella Mazzeranghi si mostrano più sicure e precise nel governo della parte. La prima fa la femmina viziata superficiale e capricciosa; la seconda la donna pratica, pignola e decisa. Gionta e Alitto hanno personaggi più deboli e danno l’impressione di soffrire maggiormente. In questi casi bisogna salvarsi. Non è vero che non esistono piccoli ruoli ma solo piccoli attori. Di piccoli ruoli ce ne sono a mucchi, l’importante è non farsi derubare dalla loro piccolezza. In scena anche Geremia Longobardo, l’unico maschio del quale non si capisce se è cancellato dalle donne o dalla parte.

Marcantonio Lucidi,
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