“Secondo lei”, scritto e diretto da Caterina Guzzanti anche interprete assieme a Federico Vigorito. Alla Sala Umberto di Roma
Pene d’amor perduto
Alla Sala Umberto di Roma, Caterina Guzzanti, anche autrice e regista, e Federico Vigorito ne parlano per tutto lo spettacolo ma non lo nominano mai. È Lui – come lo chiamava Alberto Moravia in un suo libro – che tanta pena dà se pennica. Il mistero non è impenetrabile: er padre de li santi, come l’appellava il Belli, è l’argomento di Secondo lei che parla solo di lui e dice pane al pane e pino al pino, cioè che se non s’impenna, se non è ben pennuto, resta solo un penero (che sarebbe una frangia di stoffa sfilacciata). Per tutto lo spettacolo, mai si issa il penello (bandiera a forma di trapezio isoscele) e lei impone: Fallo! Non c’è pania senza pennacchio e l’amore non è pieno, secondo la Guzzanti. Certo, una coppia così appenata per il satiresco dio Pan fa vita penosa, appena un chicco di panìco (poca cosa). Vigorito come attore non si pone, la Guzzanti un po’ meglio si dispone. Non sono pene dell’inferno però un’ora e un quarto a penare così, una penitenza, ma per la platea è al massimo penuria. Solo ci si chiede: ne valeva la pena?
