“Que serà” di Roberta Skerl, con Edy Angelillo, Giancarlo Ratti e Paolo Triestino anche regista. Al teatro Ghione di Roma

que serà

Che caldo gelido fa stasera

Non è semplice scrivere un testo teatrale come Que serà di Roberta Skerl perché mischiare il comico con il tragico è in genere vivamente sconsigliato. La pace della mente e l’abitudine vogliono che le categorie, in ispecie teatrali, restino chiare. Anche in questi tempi un po’ confusi in cui c’è sempre più gente che fa il mestiere di un altro, al governo di una democrazia vanno dei fasciocoatti e sui palcoscenici a volte salgono delle dive tamarre.
In scena al Ghione di Roma invece ci sono tre attori molto bravi – Edy Angelillo, Giancarlo Ratti e Paolo Triestino anche regista – che risolvono tutta una serie di passaggi delicati fra i momenti brillanti e quelli drammatici. Il testo funziona, diciamo così, come alle terme in cui ci sono il calidarium, il tepidarium e il frigidarium. L’immersione nell’acqua gelata avviene quando nel bel mezzo di una tiepida serata in giardino fra amici affettuosi, caldi, che chiacchierano e mangiano una cena brasiliana, uno dei tre gela la conversazione rivelando un fatto molto grave che lo riguarda.
Prima i tre amici, Giovanni, Filippo e Ninni, scherzavano e ridevano portandosi dietro la platea nel divertimento. Le battute funzionano, il gioco fra loro è scherzoso, la commedia è leggera. Ognuno dei personaggi ha i suoi problemi e le sue situazioni ma insomma complessivamente non stanno male, media borghesia che vive come tanti. Poi Filippo spiega cosa si nasconde dietro l’invito a cena e tutto cambia. La difficoltà per gli interpeti sta nell’evitare di scherzare sopra una questione grave ed invece di scherzarci attorno. E questa è un’abilità che viene da un gran mestiere e da tanta esperienza: i tre sono artisti della scena capaci di raggelare una platea e subito dopo di scaldarla. Bisogna avere istinto, conoscere i meccanismi della risata, applicarli con sveltezza e soprattutto con i tempi giusti. E si deve anche avere coraggio perché se nei punti previsti il pubblico non ride, se è una di quelle sere in cui la platea, come si dice, è una tomba, la situazione si fa pericolosa, uno spettacolo su un testo siffatto è difficile da tenere in piedi. Bravi, veramente bravi, ma questi sono artisti e anche artigiani, quindi gente esperta che il teatro lo sa fare.

Marcantonio Lucidi,
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